Nuova Mercedes-AMG SL: lusso sportivo dal fascino intramontabile

La Nuova Mercedes-AMG SL è l’erede più recente della Mercedes 300 SL (W194) che ha trasformato la Stella in un mito del Motorsport nei primissimi anni Cinquanta e che ha fatto poi sognare – e continua a farlo ancora oggi in ambito collezionistico – generazioni di appassionati di automobili con la versione di serie (W198). Come la sua antesignana nata per vincere, la sportiva stradale presentava numerose caratteristiche tecniche innovative, tra le quali il telaio a traliccio, e poteva raggiungere la velocità sensazionale di 250 km/h. Ma non solo: le sue linee eleganti l’hanno resa una delle auto più belle di tutti i tempi, inconfondibile per i suoi celebri sportelli ad apertura verticale, cosiddetti “ad ali di gabbiano” (“Gullwing”). Non a caso, nel 1999 una giuria di giornalisti della stampa specializzata l’ha eletta “Auto sportiva del secolo”. E dopo un inizio così grandioso, il destino della sigla “SL”, che significa “Sport Leicht” (“sportività e leggerezza” in tedesco), è continuato sulla scia di altre eccellenti creazioni dal successo stellare come la W113, soprannominata “Pagoda” e prodotta dal 1963 al 1971, poi con l’intramontabile R107, rimasta in produzione per ben 18 anni (1971-1989) e la successiva R129, considerata un’auto scultorea per la marcata linea cuneiforme. E oggi? I due powerdome sul cofano motore della Nuova SL, lanciata nel 2021, sono soltanto uno dei tanti tributi al modello di prima generazione, in rispetto di una tradizione prossima ormai ai settant’anni. Con un esterno caratterizzato dalla “sensual purity” tipica della Casa, la tecnologia più moderna e un comportamento su strada al top, la Nuova Mercedes-AMG SL, in consegna da quest’anno, si richiama alle sue radici fissando nuovi standard di qualità nel settore delle sportive di lusso.

Mercedes-Benz SL 2022 AMG

La caratteristiche distintive del design della carrozzeria sono passo generoso, sbalzi corti, cofano motore lungo, abitacolo arretrato con parabrezza molto inclinato e coda poderosa. L’insieme rispetta le tipiche proporzioni di SL che, unite ai passaruota molto sagomati e ai cerchi grandi in lega leggera a filo carrozzeria, conferiscono al roadster un’immagine vigorosa e sportiva. La mascherina del radiatore specifica AMG sottolinea lo sviluppo in larghezza del frontale e riecheggia con le 14 lamelle verticali della progenitrice di tutti i modelli SL, uscita nel 1952. Tra gli altri elementi di design più caratteristici figurano i fari sottili a LED Digital Light e le luci posteriori a LED, anch’esse molto piatte. Gli interni rielaborano la tradizione della prima 300 SL Roadster, traghettandola nell’età moderna con il massimo comfort grazie a materiali raffinati e grande precisione delle rifiniture. La conformazione della plancia, incluso il display centrale regolabile nella consolle centrale, è focalizzata sul conducente. Al tempo stesso, gli interni presentano una configurazione 2+2 completamente nuova, che garantisce più spazio e una maggiore funzionalità. I posti nel vano posteriore aggiungono praticità e possono ospitare persone fino a 1,50 metri di altezza.

Mercedes-Benz SL 2022 AMG

Per gli interni del nuovo modello i designer si sono ispirati alle linee minimaliste e ai materiali pregiati dell’abitacolo della 300 SL Roadster: il risultato è un connubio di geometrie analogiche e universo digitale, che produce una sorta di effetto “iper-analogico”. Gli highlight nell’abitacolo sono tanti; tra questi il design scultoreo dei sedili sportivi AMG a regolazione elettrica, inclusi nella dotazione di serie. Come l’AIRSCARF, ovvero le bocchette nei poggiatesta che immettono un flusso d’aria calda nel vano passeggeri per avvolgere il collo e la nuca del conducente e del passeggero anteriore come in una sciarpa invisibile.

La Nuova SL si presenta con il V8 biturbo AMG da 4,0 litri in due livelli di potenza. I propulsori sono costruiti a mano secondo il principio “one man, one engine” nello stabilimento centrale di Affalterbach. Sul modello top di gamma SL 63 4MATIC+ (consumo di carburante combinato 12,7-11, 8 l/100 km, emissioni di CO2 combinate 288-268 g/km) il motore eroga 430 kW (585 CV) e mette a disposizione una coppia massima di 800 Nm sull’ampia fascia di regime compresa tra 2.500 e 4.500 giri/min. L’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in appena 3,6 secondi, la velocità massima è di 315 km/h.

La vettura è basata su un’architettura 2+2 progettata completamente ex novo da Mercedes-AMG. L’autotelaio è una struttura leggera in alluminio composito, costituita da uno spaceframe autoportante in alluminio che garantisce la massima rigidità. Rispetto alla serie precedente, la rigidità torsionale della scocca è aumentata del 18 percento. La rigidità trasversale è del 50 percento superiore al già eccellente valore di AMG GT Roadster, mentre la rigidità longitudinale segna un 40 percento in più. Il peso della scocca nuda è di circa 270 kg. Grazie anche al baricentro basso, la struttura leggera garantisce una straordinaria dinamica di marcia.Tra i materiali impiegati nella vettura figurano alluminio, magnesio, compositi in fibra e acciaio. Quest’ultimo è utilizzato ad esempio per il telaio del parabrezza, che funge da protezione anticapottamento insieme al sistema roll-bar, pronto a fuoriuscire come un lampo da dietro i sedili posteriori in caso di emergenza.

Mercedes-Benz SL 2022 AMG

In ambito di aerodinamica, esiste un elemento attivo opzionale che si nasconde nel sottoscocca a monte del motore. Si tratta di un profilo in carbonio, del peso di appena 2 kg circa, che interviene in funzione del programma di marcia AMG selezionato. A una velocità di 80 km/h il profilo fuoriesce automaticamente di circa 40 mm verso il basso. In questo modo si genera quell’effetto Venturi che contribuisce ad incollare l’auto alla strada e riduce la portanza sull’asse anteriore. Il conducente si accorge di questo effetto positivo quando sterza: SL si lascia guidare in modo ancora più preciso nelle curve e mantiene ancora meglio la traiettoria.

Ancora, il sistema di regolazione attivo dell’aria Airpanel è un gioiello tecnologico realizzato in due parti: La prima parte utilizza le lamelle verticali nascoste dietro la griglia della presa d’aria inferiore, nella grembialatura anteriore. La seconda parte si trova dietro la griglia della presa d’aria superiore e dispone di lamelle orizzontali. Normalmente tutte le lamelle sono chiuse. In questa posizione si ha una minore resistenza aerodinamica e l’aria viene convogliata verso il sottoscocca per ridurre ulteriormente la portanza anteriore. Solo quando certi componenti raggiungono una determinata temperatura e il fabbisogno di aria di raffreddamento è particolarmente elevato, le lamelle si aprono (quelle del secondo sistema soltanto a partire da 180 km/h) e lasciano fluire la massima portata d’aria di raffreddamento verso gli scambiatori di calore.

Mercedes-Benz SL 2022 AMG

Un altro componente attivo è lo spoiler posteriore estraibile, che è completamente integrato nel cofano del bagagliaio. Lo spoiler cambia posizione in base alle condizioni di marcia. Il software di controllo tiene conto di numerosi parametri: nel calcolo sono considerate la velocità di marcia, l’accelerazione longitudinale e trasversale e la velocità di sterzata. A partire da 80 km/h, lo spoiler assume cinque diverse posizioni angolari per ottimizzare la stabilità di marcia o ridurre la resistenza aerodinamica.

Il posizionamento più sportivo della Nuova SL ha influito anche sulla scelta di una capote in tessuto a comando elettrico al posto del precedente tetto rigido ripiegabile in metallo. I 21 kg di peso in meno dell’auto e il conseguente abbassamento del baricentro hanno di fatto effetti positivi sulla dinamica di marcia e sulla maneggevolezza. La capote, piegata a Z per ottimizzare gli spazi, è realizzata in tre strati, con un tappetino acustico inserito tra l’involucro esterno ben teso e il cielo. Le manovre di apertura e chiusura durano appena 15 secondi e fino a una velocità di 60 km/h sono consentite.

Mercedes-Benz SL 2022 AMG

di L.Ferracioli

Incentivi statali marzo 2022

Marzo 2022, sempre più difficile per chi ha un basso reddito oppure non lo ha proprio.

Per contrastare il caro vita, lo stato oltre a introdurre nuove misure per contrastare l’aumento dei costi dell’energia per imprese e famiglie, è intervenuto a sostegno della riconversione della filiera industriale dell’automotive con un fondo da 700 milioni di euro per il 2022 con il decreto-legge n. 17/2022.

Tra gli incentivi spunta una sorta di agevolazione per le auto in questo sempre più difficile 2022, i cui dettagli saranno stabiliti da uno specifico decreto atteso entro fine marzo.

In che modo possiamo usuffruire delle nuove agevolazioni per l’acquisto di automobili? Intanto le anticipazioni non mancano e alcune risultano particolarmente interessanti cui ne citiamo alcune.

I Fondi Stanziati dallo Stato

Il Governo ha messo a disposizione 700 milioni di euro per il 2022 a supporto della riconversione ecologica dell’industria automobilistica in vista dello stop alla vendita delle auto termiche previsto, salvo rinvii, nel 2035. In base agli ultimi rumors pare che gran parte dello stanziamento sarà usato per finanziare gli incentivi auto: addirittura l’intera somma (700 milioni) nel 2022 e una cifra analoga negli anni successivi. Dei 700 milioni in dotazione quest’anno circa 250 milioni saranno destinati alle auto elettriche, altri 250 milioni alle ibride plug-in, 170 milioni alle termiche con basse emissioni. Ovviamente ci sarà sempre tempo per rimodulare la ripartizione dei fondi a seconda del numero di richieste.

Cosa acquistare con o senza Rottamazione

Le ripartizioni dei contributi non riguarderanno soltanto auto elettriche e ibride, ma sulla scia del vecchio Ecobonus permetteranno l’acquisto agevolato anche di vetture a benzina e diesel entro un certo limite di emissioni di CO2.

Quanto riguarda invece i veicoli ammessi alla rottamazione sono ammesse tutte le vetture con classe di emissione fino a Euro 5, a prescindere dalla data di immatricolazione. L’auto da avviare alla demolizione dovrà essere intestata all’acquirente di quella nuova (o a un suo familiare convivente) da almeno 12 mesi, sicuramente sarà un altro impoverimento del parco veicoli usato cui farà lievitare di molto quello che rimane in strada e non rottamato.

Salvo sorprese lo schema sarà il seguente:

– fino a 6.000 euro con rottamazione e 4.000 euro senza rottamazione per la fascia di emissioni 0-20 g/km (auto elettriche);

– fino a 4.000 euro con rottamazione e 2.000 euro senza rottamazione per la fascia di emissioni 21-60 g/km (auto ibride plug-in);

– e fino a 2.000 euro solo con rottamazione per la fascia di emissioni 61-135 g/km (auto full/mild hybrid, benzina, diesel, metano, gpl).

I concessionari o le stesse case automobilistiche avranno facoltà di aggiungere un ulteriore sconto.

Parco autoveicoli usato vuoto

Le auto che rientrano nelle fasce previste saranno acquistabili con i contributi con un tetto massimo di spesa previsto di 35.000 euro + Iva,  IPT e messa su strada (quindi circa 42.700 euro tutto compreso) per i veicoli delle fasce 0-20 e 61-135 g/km di CO2 e di 45.000 euro (54.900 all inclusive) per le auto della fascia 21-60.

Quasi certamente, per agevolare un maggiore ricambio del parco circolante e limitare l’accaparramento dei fondi da parte di società e concessionarie, favorendo invece gli utenti privati, dagli incentivi auto 2022 saranno probabilmente escluse le persone giuridiche, ossia le aziende, con la sola eccezione delle società di car sharing. Che però potranno acquistare solamente veicoli fino a 60 g/km di CO2 e dovranno utilizzarli nelle flotte condivise per almeno 24 mesi. Inoltre alle aziende che operano nel car sharing verrà destinata una percentuale esigua dei fondi (per la precisione il 5% della fascia 0-20 e il 5% della fascia 21-60).

L’avvio degli incentivi

La stesura del DPCM previsto dall’art. 22 comma 2 del Dl n. 17/2022 dovrebbe essere questione di giorni, se non addirittura di ore. Dopo l’approvazione del Governo occorrerà attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e, successivamente, l’aggiornamento della piattaforma web dell’Ecobonus con i relativi tempi tecnici necessari. Possiamo pertanto ipotizzare, se tutto va bene, un avvio nella prima settimana di aprile.

Countach LPI 800-4

Un sogno nato nel 1971 che si ripresenta nel 2021! A 50 anni dalla sua prima uscita, Lamborghini, si presenta con un look moderno ma che mantiene lo stile della prima versione. Curioso il suo nome che Il nome Countach che deriva da una espressione di sorpresa e meraviglia in dialetto piemontese e pronunciato “Coon-tach”.

Rivoluzione delle supersportive moderne dell’epoca e ispirato tutto ciò che è venuto dopo. Questa nuova versione è prodotta solamente in 112 unità, per pochi eletti e fortunati della vita, destinata ad aprire la strada verso una nuova era del mondo automotive.

Queste è la citazione migliore di Lamborghini che vi riproponiamo: “Reinterpreta la distintiva silhouette del modello classico con un taglio ancora più netto ed essenziale, rendendosi immediatamente riconoscibile. Le linee pure, la posizione longitudinale posteriore del V12, le iconiche porte a forbice, le prese d’aria integrate e le distintive “branchie” a doghe, oltre alla vasta gamma di colori che vanno dagli heritage come Giallo Countach e Impact White, ai contemporary come Viola Pasifae e Blu Uranus, fanno di questo esemplare la summa del DNA visionario di Lamborghini“.

Motore V12 da 6,5 litri e 780 CV abbinato a un motore elettrico da 48 volt, montato direttamente sul cambio che fornisce ulteriori 34 CV, esempio univoco di architettura ibrida Lamborghini capace di creare un collegamento diretto tra motore elettrico e ruote con la preservanaza e comportamento puro del V12, con i suoi 814 CV combinati permette di raggiungere la super velocità massima di 355 km/h.Il telaio monoscocca e tutti i pannelli della carrozzeria sono in fibra di carbonio, soluzione ottimale di leggerezza oltre a un’eccezionale rigidità torsionale!. Un peso a secco di 1.595 kg per un rapporto peso a secco/potenza di 1,95 kg/CV. Prese d’aria mobili prodotte da tecnologie di stampa 3D all’avanguardia e un tetto in vetro fotocromatico – che cambia da opaco a trasparente con un semplice clic.

La nuova Countach LPI 800-4 integra un sistema di trazione integrale ottimizzato per lavorare in modo specifico con tutti i nuovi sistemi attivi, in particolare il Rear-wheel Steering, capace di assicurare performance elevate anche nelle situazioni che comportano scarsa aderenza. Gli ammortizzatori anteriori e posteriori sono in grado di adattarsi alle condizioni della strada e alla modalità di guida, selezionata direttamente dal touchscreen centrale HDMI da 8,4″ che gestisce i controlli dell’auto, inclusi Connectivity e Apple CarPlay.

Subaru WST 2022

C’è chi produce un prototipo in tutta velocità e poi c’è Subaru che corre per strada!

Il prototipo WST e tutta la nuova serie di autoveicoli finalmente arrivano sul mercato europeo.

Non solo gli appassionati di rally saranno contenti ma anche in particolare le persone che apprezzano la marca Subaru.

New York International Auto Show dove, il prossimo 20 agosto, verrà svelata la sesta generazione della berlina sportiva WRX da cui successivamente deriverà anche la versione racing STI.
Grinta ed emozioni assicurate! Gruppi ottici simili a quelli del nuovo BRZ e, più sportiva rispetto alla Impreza di serie da cui deriva, aereo dinamica rivista in molti particolari. Sospensioni evolute con sistema di ammortizzatori regolabili elettronicamente, per aggiungere sicurezza e piacere di guida alla già proverbiale dinamicità di questo modello.

Motore, proprio come Impreza, anche la WRX 2022 utilizzerà la piattaforma globale SGP che è alla base di tutti i nuovi modelli Subaru, con trazione integrale rigorosamente di serie.
La nuova WRX adotta una base specifica versione del 4 cilindri boxer FA24 da 2,4 litri già presente in Ascent, Outback e Legacy. Questi modelli, per il mercato Usa, utilizzano il turbo FA24F con una taratura da 260 Cv ma nella WRX – e successivamente nella STI.

Per il modello da gara si parla di oltre 400 Cv come per l’attuale WRX Subaru prevederà la scelta tra un cambio manuale a sei marce o un automatico a variazione continua CVT.

Covid Ambiente e Incentivi

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Il COVID E AMBIENTE

Se da una parte il commercio globale viene bruscamente interrotto portandosi dietro sanità ed economia, dall’altra l’ambiente e la natura hanno decisamente ripreso vita.

Un cambiamento temporaneo? probabilmente si. Chiaro è che in un contesto simile, pare sempre più lampante l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente circostante.

 

I risvolti positivi della pandemia comunque esistono, come per esempio il miglioramento della qualità dell’aria dovuto alla riduzione delle emissioni di monossido di carbonio e di CO2, proveniente dai tubi di scarico delle macchine; calo delle emissioni di gas serra, data la chiusura dell’attività industriale e diminuzione del traffico su strada, che rendono la terra non solo un luogo più pulito, ma anche molto più calmo del solito. La riduzione del “suono combinato” di tutte le attività umane provoca un cd rumore a bassa frequenza, determinando al contempo la riduzione di una delle principali fonti di ansia e stress.

E’ risaputo che le sofferenze post Covid siano numerose e saranno sempre più tangibili soprattutto in termini economici, ma in questa sede proviamo per quanto possibile a concentrarci sugli aspetti positivi di questo lungo periodo complesso. Circa il cambiamento climatico e ambientale per esempio, bisognerebbe lavorare al fine di rendere tale miglioramento permanente e non effimero, in quanto  ragionare in questa prospettiva ci darebbe sicuramente più chance di vivere in un mondo migliore.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_separator border_width=”2″][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css=”.vc_custom_1623857017939{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

LE CONSEGUENZE AMBIENTALI

In un Report redatto dall’European Environment Agency, si analizzano le principali conseguenze ambientali della pandemia globale. L’analisi è interessante in quanto identifica alcune conseguenze positive di breve periodo, insieme ad alcune criticità a cui dobbiamo trovare velocemente una soluzione. Individuare fin da subito i comportamenti virtuosi, permetterà non solo di ripartire in modo più sostenibile, ma eviterà al contempo che gli innumerevoli errori del passato possano ripresentarsi.

Analizzando le conseguenze positive sull’ambiente nel breve termine, è possibile programmare delle decisioni di lungo periodo, in modo da diminuire il nostro impatto sull’ambiente, scongiurare altre epidemie future e incrementare gli effetti positivi che, lungi dall’essere solo temporanei, potrebbero diventare duraturi.

 

La lezione più importante che dovremmo imparare da questa pandemia, è legata proprio al nostro stile di vita e a come questo abbia un’incidenza fondamentale sul nostro destino.

 

Il lockdown globale provocato dal Covid, può essere definito come occasione mancata per salvarci dal cambiamento climatico? il Guardian pone il quesito e analizza come i progressi da lockdown abbiano effettivamente avuto vita breve: il traffico è tornato a crescere, di pari passo all’inquinamento atmosferico e i livelli di contaminazione atmosferica sono tornati allo stesso range pre pandemia. Il rapporto annuale dell’Onu ha giudicato l’impatto del lockdown sulle emissioni nocive come “trascurabile”, equivalente a una differenza appena lo 0,01 per cento da qui al 2030.

Il Covid è stato sì un’ “esperimento involontario” a cui purtroppo ha fatto seguito un’occasione perduta ma la lezione forse, non è stata del tutto sprecata. I leader politici infatti sembrano aver compreso che la pandemia affonda le proprie radici dai danni ambientali causati dall’uomo: in questo senso, il coronavirus funge da monito di altre crisi sanitarie che potrebbero presentarsi in futuro se dovesse continuare la deforestazione e i disastri naturali che gli scienziati collegano all’effetto serra. L’ambizioso impegno globale di  investire nell’economia verde e le conferenze internazionali fissate per il 2021 sul tema dell’inquinamento, saranno occasione per  verificare se dal profondo turbamento del 2020 ne verrà tratto qualche insegnamento.

Riprendendo le affermazioni del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, occorre porsi quale obiettivo prioritario del 21esimo secolo, il “fare la pace con la natura”: in quanto il dichiararle guerra sarebbe non solo insensato, ma equivarrebbe piuttosto ad una missione suicida.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10447″ img_size=”large” alignment=”right” style=”vc_box_shadow” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1623854322209{margin-top: 50px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10505″ img_size=”large” style=”vc_box_shadow” css_animation=”fadeIn”][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006213246{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

COVID E STATO

Per quanto riguarda invece, i rapporti Covid-Stato, si pongono in prima linea i tanto discussi Incentivi Statali. La legge di bilancio, nello specifico, racchiude in sé tutta una serie di norme che vanno a rimodulare e finanziare gli incentivi per l’acquisto di auto nuove, ridefinendo anche la logica dei bonus.

Operazione non solo funzionale allo svecchiamento del parco auto circolante, bensì necessaria in vista degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni. Non solo, dunque, un eco-bonus destinato all’acquisto delle auto elettriche, ma gli incentivi vengono concessi anche a chi acquista veicoli (Benzina, Diesel, Mild Hybrid, Full Hybrid, GPL e Metano) sia con che senza rottamazione, a seconda delle fasce di emissioni.

 INCENTIVI STATALI

Gli incentivi statali saranno così distribuiti:

  • 250 milioni di euro destinati al sostegno all’acquisto di vetture a benzina o diesel;
  • 120 milioni per i veicoli elettrici;
  • 120 milioni erano i fondi già previsti per le vetture ibride ricaricabili ed esclusivamente a batteria, previsti dalla Legge di Bilancio 2019.

Gli incentivi auto vengono erogati sotto forma di sconto sul prezzo dell’auto, non è prevista alcuna procedura particolare per ottenerli: se si ha diritto al bonus sarà il venditore stesso  a espletare l’iter burocratico da compiere.

L’ auto acquistata tramite incentivi statali può poi essere intestata a una persona fisica, a una società, cointestata a due proprietari oppure usufruire della formula leasing finanziario.

Qualora si trattasse di rottamazione, per usufruire del bonus, è necessario che il veicolo usato sia intestato da almeno 12 mesi all’acquirente o a uno dei familiari conviventi, e sia obbligatoriamente avviato alla demolizione.

L’obiettivo è sì quello di svecchiare il parco circolante italiano ( il più vecchio in Europa),  senza tralasciare però la mobilità green:  lo Stato italiano mette infatti a disposizione importanti agevolazioni per comprare veicoli ecologici, così come previsto dagli ecobonus .

In particolare, dal primo marzo sono disponibili gli incentivi auto 2021 in Lombardia, pensati appositamente per favorire il passaggio alle macchine elettriche, ibride, bifuel, oppure ai veicoli diesel o benzina ad alta efficienza.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006309573{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

L’ESEMPIO LOMBARDO

La Regione Lombardia ha stanziato un fondo speciale di 36 milioni di euro,  il programma prevede una suddivisione di 18 milioni di euro per il 2021, con altrettanti 18 milioni riservati agli ecoincentivi auto per la rottamazione nel 2022.

Il bando però, avviato nel marzo 2021, termina i fondi disponibili nel giro di poche ore e le nuove agevolazioni auto saranno disponibili soltanto nel 2022. Nel frattempo, rimangono accessibili  gli incentivi per l’acquisto di motoveicoli e ciclomotori ad alimentazione elettrica: la dotazione finanziaria per le due ruote ecologiche, infatti, prevede un fondo pubblico da 1,8 milioni di euro, con la possibilità di prenotarsi entro il 30 giugno 2021.  La richiesta deve essere realizzata online, attraverso l’apposita piattaforma digitale messa a disposizione della Regione.

La modalità di erogazione è sempre quella dello sconto sul prezzo d’acquisto, applicato direttamente dal concessionario presso il quale si compra l’auto ecologica. Per accedere al programma, previo pagamento di un’imposta di bollo di 16 euro, è necessario rivolgersi a un concessionario convenzionato con il bando regionale, prenotando online sul sito web ufficiale.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10555″ img_size=”large” alignment=”center” css=”.vc_custom_1624006531398{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10556″ img_size=”large” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006541477{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1623857038591{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

INCENTIVI E SOSTENIBILITA’

Gli incentivi della Lombardia sono cumulabili con altre agevolazioni regionali e statali per la mobilità sostenibile, tra cui le misure dell’Ecobonus 2021/22 per i veicoli green con emissioni al di sotto di 60 g/Km. Inoltre, sono valide tutte le altre proposte, tra cui l’esenzione totale dal bollo auto per chi acquista vetture elettriche o a idrogeno.

Chi invece compra un’auto ibrida può pagare il bollo con uno sconto del 50% per 5 anni. Allo stesso modo, la Regione offre un contributo di 90 euro per la demolizione di auto inquinanti, con la successiva esenzione triennale dal pagamento del bollo auto acquistando insieme alla rottamazione macchine ibride, a benzina o bifuel (GPL o metano).

I possessori di veicoli elettrici possono anche parcheggiare gratuitamente nelle strisce blu, oppure entrare nelle zone a traffico limitato dell’Area C e B. Le auto ibride, invece, possono accedere gratis all’Area C fino al 30 settembre 2022, poi fino al 2023 potranno farlo soltanto le vetture con emissioni di CO2 inferiori a 100 g/Km, mentre in seguito appena le macchine con un valore al di sotto dei 50 g/Km.

Premettiamo che in questa sede non si intende generalizzare, indubbiamente degli sforzi sono stati compiuti, ma nello specifico, il fatto che siano terminati gli incentivi all’acquisto di auto tra 91 e 100 gr/km di CO2, cosa significa realmente?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1623857050237{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

TRA EMERGENZA ED ESIGENZE DI EQUILIBRIO

Il Governo, al fine di fronteggiare l’emergenza Covid, ha introdotto, a partire dal Decreto “Cura Italia”, tutt’una serie di misure volte a favorire le famiglie italiane: si tratta di interventi a sostegno dei genitori lavoratori, misure atte ad assicurare la necessaria liquidità attraverso la certezza del reddito e la sospensione dei versamenti fiscali e contributivi, introduzione di indennità e  nuovi strumenti quali il Reddito di Emergenza destinato ai nuclei familiari più in difficoltà.

In questo quadro, tutto ha funzionato per il meglio? quanti aspetti si sono tralasciati?

Innanzitutto, promozioni che finiscono dopo poche settimane hanno il sapore della presa in giro. In secondo luogo, illogico è andare contro la volontà dei consumatori: pochissimi per esempio, scelgono vetture elettriche o ibride plug-in, e sul tema emblematiche sono le affermazioni fatte da Michele Crisci, presidente di Unrae, secondo il quale “l’impossibilità di travasare le risorse da una fascia di emissioni all’altra, rende l’incentivo incoerente rispetto alle sue finalità di ripresa”.

I limiti alle emissioni di CO2 non sono semplici parametri con cui giocare a fare gli economisti, ma rappresentano l’oggetto di ingenti investimenti. L’effetto sui clienti è pressoché devastante in quanto molti, attratti dalla pubblicità, sono spinti in concessionaria per poi sentirsi opporre che i fondi sono finiti. Giocare con la fiducia dei contribuenti è quanto di più lontano si possa fare per rilanciare i consumi. Affinché il mercato risponda, occorre parlare la sua lingua, non riporre il tutto a semplici ed elementari approssimazioni

A fronte dell’emergenza sanitaria dunque, appare sempre più nitida l’esigenza di creare un nuovo equilibrio tra poteri che permetta di ricreare una nuova dialettica tra Governo e Parlamento: è anche dalla mala gestione degli incentivi che si evince come alcuni governi abbiano fatto un uso strumentale della crisi per consolidare il proprio potere, erodendo ulteriormente le libertà e le risorse dei cittadini.

Sono passati più di cinquanta giorni dal lockdown eppure il Covid appare ancora come un fenomeno difficile da interpretare e da governare. Nonostante la crisi sanitaria sia tuttora in corso,stanno prendendo sempre più spazio le comprensibili angosce per la situazione economica: il moltiplicarsi di file davanti alle mense per i poveri, per esempio, testimonia come la paura diffusa di non poter più far fronte a esigenze basiche e quotidiane come i pasti si stia trasformando in una realtà concreta.

Ecco quindi che il riavvio della produzione diventa l’unica prospettiva possibile al fine di contenere il progressivo e rapido impoverimento generale dovuto a questa, da più fonti definita, “crisi economica di dimensioni epocali”. Una riapertura che pare alimentata dall’ingenua speranza che si possa davvero tornare ad una fase pre-pandemica, senza tener conto di quelle contraddizioni di fondo che già esistevano prima della fase emergenziale.

Nonostante oggi le preoccupazioni si accavallino al punto che risulta sempre più complesso immaginare il mondo post Covid, pare allo stesso tempo aleggiare un’intensa e diffusa riflessione circa la possibilità di percorrere strade alternative, in grado di fronteggiare la crisi tridimensionale (sanitaria, economica, sociale) proponendo nuove modalità di produzione che siano calibrate sui bisogni reali e concreti delle persone.

Dopo l’esplosione epidemica e la conseguente tempesta finanziaria,che ha leso in maniera irreversibile le basi del vivere sociale, risulta essere di primaria importanza “ricomporci” entro i margini di una nuova consapevolezza collettiva. Indispensabile è non solo incanalarsi entro la via di una profonda metamorfosi politica ed ideologica, ma anche garantire un’unione di forze che permetta di ripartire DAL prima, non come prima.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10557″ img_size=”large” alignment=”right” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006553959{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”10558″ img_size=”large” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006567044{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1624006248117{margin-top: 50px !important;margin-bottom: 50px !important;}”]

COME SUPERARE LA CRISI

Questa crisi sta di fatto mettendo a nudo un’Italia molto fragile, molto più precaria da come forse si immaginava, specialmente quando si affronta lo scomodo tema “lavoro”: da una parte c’è chi, da sempre, gode di un posto di lavoro fisso, dall’altro chi ha cambiato attività e settore lavorativo innumerevoli volte, spesso senza tutele e sostegno al reddito. C’è chi sopravvive grazie al supporto familiare e chi, invece, non può contare su nessuna forma di solidarietà ed è costretto ad affidarsi a lavoretti saltuari.

 

La classe media arranca e si incanala verso la via dell’estinzione: a fronte del mito lavorista che non esiste dignità senza lavoro, la disoccupazione continua a vivere accompagnata da un profondo ed errato senso di colpa, in quanto è ancora molto pressante il falso mito in virtù del quale se non si ha un lavoro è sicuramente frutto di un fallimento personale, e non di innumerevoli politiche sbagliate.

 

E’ un’Italia debole che non tollera che questo si sappia o si dica apertamente, uno Stato che ancora si espone a narrazioni create ad arte, guidato da classi dirigenti spesso incapaci di trattenere il loro istinto esibizionista da anni diretto a trasformare i diritti sociali in medaglie al merito.

 

Emerge così il ritratto di un’Italia ipocrita e incapace di fare i conti con i suoi stessi fallimenti, che ancora oggi pare negligente di fronte al “lavoro” nonostante sia proprio il testo della sua stessa Costituzione a stabilirlo chiaramente:se è il lavoro a fondare la Repubblica Italiana è altrettanto vero che lo stesso necessita di tutele, in assenza delle quali esso non è più strumento di emancipazione, ma un meccanismo di riproduzione delle disuguaglianze sociali.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

REAGIRE AL CROLLO

 

Non basteranno i prestiti agevolati messi a disposizione dal Governo per tenere in piedi le tante piccole e micro aziende individuali che faticano a stare in piedi già prima della pandemia.

 

Adesso più che mai è necessaria la cooperazione: sul piano nazionale occorre fin da subito una politica fortemente redistributiva, in grado di riequilibrare la bilancia delle  disuguaglianze sociali presenti nel nostro Paese. Un’azione, che sia in grado di saldare i singoli interventi entro un quadro di cambiamento che si possa definire complessivo, radicale e profondo.

 

Per questo bisogna porre l’attenzione al mondo del lavoro, e al contempo riflettere circa la necessità di combinare la dimensione produttiva, a quella ambientale ed ecologica, tenendo conto che di tutto questo si deve parlare ora! Oggi più che mai sentiamo la necessità di un cambio di rotta concreto e repentino che permetta alle nostre ragioni di trovare quella autorevolezza che meritano.

 

C’è bisogno di remare tutti nella medesima direzione con la consapevolezza che la pandemia cambia tutto e che, con essa, dobbiamo cambiare anche noi e la politica. Un rinnovamento radicale che abbia come comune denominatore: Democrazia e Confronto, intense come pratiche da valorizzare anche e soprattutto durante lo stato di eccezione. L’Italia si salva se sarà in grado di dare risposte concrete a chi ha perso tutto. Si salva, se continuerà nell’opera di rinascita e trasformazione dell’Europa che deve tornare ad essere vicina alle condizioni di vita delle persone. Dobbiamo ambire ad un cambiamento di sistema che crei resilienza a lungo termine, lavorare al fine di scongiurare il collasso economico e sostenere allo stesso tempo un’evoluzione verso un’economia dinamica, prospera e green.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Aumenti ingiustificati?

AUMENTANO I PREZZI DI BENZINA E GASOLIO:

La Benzina– Il prezzo medio nazionale della benzina ( in modalità self) si attesta attualmente a 1.494 euro al litro. Aumenti ancora più rilevanti per il servito, dove il prezzo è di 1.636 euro al litro, con variazioni tra 1.587 e 1.707 euro.

Il Gasolio– Sulla stessa linea il prezzo del diesel in modalità self, pari a  1.367 euro al litro, con oscillazioni tra 1.359 e 1.392 euro. Per  il servito, la media è di 1.514 euro al litro, con valori compresi tra 1.462 e 1.586 euro. Il Gpl si attesta tra 0.632 e 0.652. Secondo i calcoli dell’unione consumatori, su un pieno di 50 litri di carburante è previsto un aggravio di 4.73 euro per la benzina e 4.76 euro per il gasolio.

Il prezzo del Barile– I Paesi produttori confermano che la riduzione delle scorte, accumulate durante le prime fasi della pandemia, ha comportato un drastico incremento del prezzo del petrolio. Attualmente il valore del Brent europeo (che caratterizza il petrolio di riferimento europeo, risultato dell’unione della produzione di 19 campi petroliferi situati nel Mare del Nord), si attesta intorno ai 60 dollari al barile.

 

I DATI DEL MISE:

Per un quadro più completo, pare utile consultare i dati messi a disposizione dal MISE: a partire dal 2020,  anno emblematico per via dello scoppio dell’emergenza sanitaria cui ha fatto seguito un lungo periodo di lockdown, la mobilità in Italia si è quasi annullata. Tale fattore, unitosi al crollo del prezzo del greggio, ha comportato un sensibile calo del costo dei carburanti (basti pensare che nei primi mesi del 2020, quando in sé il termine “lockdown” non destava particolare preoccupazioneil costo medio mensile della benzina era di 1.586 euro e quello del diesel di 1.485 euro).

Dalle limitazioni predisposte al fine di arginare la pandemia, ne è conseguito un lievo calo dei prezzi, tanto che nel mese di maggio si è arrivati al valore medio più basso per la benzina, pari a 1.365 euro, in concomitanza con il diesel che raggiunge i 1.256 euro.

Con l’allentamento delle restrizioni, i livelli medi dei prezzi della benzina e del diesel sono inesorabilmente saliti senza però raggiungere un “picco” vero e proprio, che si è invece raggiunto nei mesi estivi (a luglio in particolare, 1.403 euro benzina e 1.290 euro diesel). Fino al veloce progredire dal mese di novembre 2020

Nei primi mesi del 2021 in particolare nel mese di marzo, si è raggiunta la soglia di 1.579 euro per la benzina e rispettivamente 1.445 euro per il diesel, un’ aumento repentino che pare essere giustificato dalla rapida crescita registrata dalle quotazioni di petrolio a partire dalla fine del 2020 sino ad oggi.

 

Nel dettaglio:

  • Novembre 2020: 1,391 euro (benzina) – 1,261 euro (diesel)
  • Dicembre 2020: 1,424 euro (benzina) – 1,300 euro (diesel)
  • Gennaio 2021: 1,465 euro (benzina) – 1,338 euro (diesel)
  • Febbraio 2021: 1,511 euro (benzina) – 1,383 euro (diesel)
  • Marzo 2021 (15/03/2021 al 21/03/2021): 1,579 euro (benzina) – 1,445 euro (diesel)

Si nota chiaramente che nell’arco di pochi mesi si è quasi tornati ai valori “pre-pandemia”: un innalzamento che comporterà inevitabili e pesanti ripercussioni sulle tasche dei cittadini.

 

 Ma quanto si spende effettivamente per il rifornimento di carburante?

A maggio 2020, per il pieno in una stazione di servizio si spendevano:

  • 68,25 euro (benzina)
  • 62,80 euro (diesel)

A novembre 2020, invece, mese da cui i prezzi hanno iniziato ad aumentare:

  • 69,55 euro (benzina)
  • 63,05 euro (diesel)

Nell’ultima settimana di marzo 2020, un pieno costava:

  • 78,95 euro (benzina)
  • 72,25 euro (diesel)

Esente da queste stime, pare essere la mobilità elettrica, non condizionata dagli effetti di lockdown:  per esempio, se per 40 kWh con Be Charge il costo durante il lockdown era di 18 euro (0,45 euro a kWh), la stessa cifra si andrà a spendere oggi. Volendo fare un esempio con modelli come la Tesla Model 3 e la Volkswagen ID.3, un pieno con Be Charge costa Volkswagen ID.3 (58 kWh usabili):26.10 euro, con Tesla Model 3 Long Range (77 kWh usabili) 34.65 euro.

Ciò non stupisce dal momento in cui questo mercato, non essendo strutturato come quello dei carburanti tradizionali, fa sì che i costi di ricarica non subiscono variazioni consistenti in base a come cambiano i prezzi dell’energia.

 

 

LA SITUAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA:

A far registrare i prezzi più alti nei distributori sono soprattutto gli stati europei. Secondo i dati riportati su globalpetrolprices.com infatti, sarebbero le nazioni europee a pagare di più per il pieno al distributore, al contrario dei Paesi produttori ed esportatori che vantano prezzi irrisori.

I dati evidenziano che nella fascia tra 1 e 1.50 euro si trovano la Slovenia con 1.20 al litro, 1.23 dell’Austria, salendo poi verso l’ 1.34 della Spagna e 1.43 euro dellIrlanda.

Al di sopra della soglia di 1.50 euro si trovano la Germania, la Finlandia e la Francia dove diverse sono state le  proteste nate proprio in opposizione ai rincari del carburante, che si attesta oggi sugli 1.59 euro al litro.

Tra le nazioni con il carburante più caro in Europa ci sono Grecia e Italia, quest’ultima in particolare ha registrato un prezzo medio di 1.66 euro con dei picchi anche di 2 euro in certe zone del Paese.

A guidare invece la classifica mondiale degli Stati con la benzina più cara è Hong Kong, dove mediamente un litro costa attorno ai 2.22 euro.

Pare stia diventando consuetudine risparmiare sul rifornimento, spingendosi ad acquistare un auto nuova preferendo un risparmio effimero di breve periodo; anche se di fatto una domanda sorge spontanea: è inevitabile che qualità e prezzo siano sempre correlati, se aumenta uno aumenta necessariamente anche l’altro?

Vien da sè rispondere negativamente al quesito, in quanto, sovente capita che benzine scadenti richiedano prezzi piuttosto elevati al contrario di benzine “pregiate” dai valori irrisori.

 

BENZINA DI QUALITA’ O RISPARMIO?

La benzina venduta da fornitori presenti su suolo Italiano deve necessariamente rispettare i criteri sanciti dalla legislazione italiana, la quale prevedere una certa omologazione di fondo dal punto di vista dei parametri, dei criteri e dalle modalità di vendita.

Un esempio è fornito dalla normativa riguardante la regolamentazione del “numero degli ottani” ( l’indice che varia da 0 a 100  che segnala la capacità di combustione del carburante a contatto con l’aria) : tale valore dev’essere superiore a 95, in quanto maggiore è il numero di ottani migliore è la qualità della benzina.

Molti distributori offrono le cosiddette “benzine additivate” (carburante con formula premium) promettendo performance ottimali, con impatto positivo sia sul motore sia sull’ambiente.

Mentre in precedenza, la qualità della benzina dipendeva in gran parte dalla qualità del greggio (un greggio più puro portava ad un benzina di maggior qualità, che lascia meno residui nel motore e ne migliora le prestazioni) , oggi  invece,  quest’ultimo rappresenta sì un quid pluris, ma di fatto non vi è una più netta e sostanziale differenza a livello qualitativo con altre benzine presenti sul mercato. Partendo infatti da una materia prima meno pura, è comunque possibile raggiungere risultati ottimali grazie all’adozione di processi chimici sempre più raffinati e particolareggiati.

Ciò a cui occorrerebbe prestare maggiore attenzione ai fini del risparmio, non è tanto la qualità stessa della benzina le cui variazioni sono minime e di poco rilievo, quanto principalmente al prezzo.

 

L’IPOTESI DEI BENZINAI NO LOGO:

Con il termine pompe bianche, o in alternativa “benzina no logo”, si intende quelle stazioni di rifornimento cosiddette “indipendenti”, che non dipendono da uno dei grandi marchi della distribuzione del carburante.  Queste sono riconoscibili in quanto solitamente presentano dei marchi sconosciuti presenti solo a livello locale (anche se di fatto superano le 7 mila unità solo sul suolo italiano) e il cui segno distintivo è certamente rappresentato da prezzi maggiormente competitivi rispetto alle controparti  “griffate”.

Premesso che, anche i benzinai no logo sono tenuti ad adeguarsi alla normativa vigente in merito alla qualità del carburante venduto, il punto chiave della questione è da ravvisarsi proprio nella “non – affiliazione”. Più nel dettaglio, le pompe bianche possono garantire prezzi ridotti e allettanti in quanto, non essendo “associate” ai grandi marchi della distribuzione non risultano soggetti agli oneri previsti dalle royalties del marchio, da cui farebbero inevitabilmente riferimento ai fini della distribuzione.  Queste offrono lo stesso litro di benzina di una stazione di rifornimento di marca a 10 centesimi di meno in media. Una differenza sottile è vero , ma se calcolata in rapporto a vari litri e a svariati chilometri, può certamente fare la differenza.

Indubbio è il fatto che le pompe bianche possano incrementare il risparmio senza correre il rischio di rovinare il motore con carburante scadente, ma volendo tuttavia essere maggiormente scrupolosi senza cedere all’ovvietà, il fattore spesso sottovalutato che comporta il maggior impatto sul costo del carburante è certamente il Guidatore, non la benzina in quanto tale: tenere i finestrini chiusi e il condizionatore spento, verificare la pressione delle gomme, evitare accelerazioni e brusche frenate e più in generale mantenere uno stile di guida prudente, sono soltanto alcune tra le piccole accortezze che sarebbe utile seguire.

Il risparmio infatti è il risultato di una miriade di fattori, la qualità della benzina però non dovrebbe essere considerata fra questi, o per lo meno,  basterebbe prendere coscienza che non è l’unico elemento determinante.

 

Benzinai senza logo

 

Quali possono essere i provvedimenti da adottare per far sì che il calo del costo della benzina, con un verosimile conseguente aumento del traffico su strada, non sia un ulteriore disastro ambientale ? 

Il calo del prezzo del petrolio darebbe un’auspicabile spinta all’economia, aumentando le entrate fiscali che derivano da un maggior consumo di carburante. Di contro, il rischio è quello di compromettere gli obiettivi ambientali e i tanto attesi risultati in termini di green economy (quali i limiti alle emissioni e gli incentivi ai veicoli verdi).

L’euforia che necessariamente scaturisce da un abbassamento dei prezzi, può infatti ridurre l’attenzione riposta sulle politiche di contenimento nell’uso di energia e svuotarne il pregio.

Al fine di non abbassare la guardia ambientale in periodi di prezzi calanti, in primo luogo, bisognerebbe tenere a mente il fatto che il calare dei costi è di per sé un fenomeno congiunturale, quale risultato dello squilibrio fra domanda e offerta. Aumentare seppur temporaneamente la tassazione dei carburanti parrebbe insensato dal punto di vista politico-economico: occorre piuttosto ambire a politiche mirate, come quelle di origine scandinava, che permettono di ridurre la tassazione sui carburanti previo aggravio a carico di chi consuma e inquina di più.

Una prima opzione da tenere in considerazione è quella di estendere le esperienze di Londra, Milano e Singapore che introducono tariffe apposite sulla congestione per le aree centrali urbane: ciò è permesso grazie dall’uso di navigatori satellitari e altre tecnologie come le “porte elettroniche”. I governi inclini alle politiche green possono usufruire di uno strumento polivalente in grado di programmare in maniera razionale e minuziosa lo sviluppo urbano.

Una seconda alternativa, sicuramente più tangibile e immediata, consiste nella rimodulazione delle imposte sull’acquisto e sull’uso dei veicoli, la quale mira non solo a favorire quelli con più basse emissioni e minori consumi, ma scoraggia allo stesso tempo l’acquisto e l’uso di quelli con consumi ed emissioni più elevate.

In sostanza, misure simili aumentano il carico su chi, a parità di chilometri percorsi, consuma di più e lo diminuiscono su chi per lo stesso percorso consuma di meno. Si tratta dei cosiddetti “fee-bates” , strumenti che combinano i fees (oneri) con i rebates (risparmi) in rapporto al consumo e all’inquinamento prodotto dal singolo individuo.

 

RIFLESSIONI CONCLUSIVE

Dai ragionamenti svolti, seppur minimi in questa sede, e senza volerci addentrare nel profondo di una tematica che rischierebbe di risultare retorica ridondante, pare possibile introdurre o quantomeno proporre una serie di linee guida importanti: il caro benzina, dovrebbe prima di tutto fungere da “prima avvisaglia” per una e vera propria rivoluzione delle modalità di guida.

Se è vero che il singolo cittadino, ben poco può fare rispetto agli inesorabili rincari di carburante soggetti a continui sbandamenti ed evoluzioni che purtroppo appartengono al dominio di pochi, è vero anche che i singoli potrebbero “cavalcare l’onda”, non al fine di rassegnarsi al cambiamento, quanto ricondurre il mutamento stesso nella giusta direzione: prediligere veicoli meno inquinanti e utilizzare l’auto solo e quando strettamente necessario, sono soltanto alcune tra le mille accortezze che si potrebbero adottare.

Chiaramente progetti urbanistici e ambientali d’avanguardia dovrebbero essere predisposti dall’alto, è da lì che occorre far partire il “movimento rivoluzionario”, non rimettere il tutto al semplice buon senso comune: andrebbe revisionata la normativa di riferimento, inasprendo le pene nei confronti di chi si rende protagonista di infrazioni e intralci nelle politiche green, perché solo un piano strutturato, coercitivo e preciso potrà verosimilmente garantire una svolta dal punto di vista ambientale.

Per concludere, se è vero che ben poco si può fare davanti al caro benzina, è altrettanto vero che tentare di “aggirare” il problema utilizzando meno l’auto, comporterebbe sicuramente una minor pressione sia sul portafoglio sia sull’ambiente.

I processi decisionali dei regolatori pubblici, quali l’Unione Europea, gli Stati, le amministrazioni locali e le authorities, dovranno essere improntati ad una rigorosa analisi e raccolta dati, vagliando i trend di sviluppo tecnologico, riflettendo sulla necessità di prediligere un approccio sistemico dell’intero ciclo vitale della materia prima, per scongiurare, se non il caro benzina, quanto meno il rischio di scelte industriali poco sostenibili e inevitabili distorsioni del mercato.

 

 

 

Auto elettriche: incentivi e batterie hi-tech tra presente e futuro

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Auto elettriche: vendite in crescita

Il mercato automobilistico sta vivendo una vera e propria evoluzione verso la transizione energetica. Questo perché l’auto elettrica, alternativa ecologica al motore a carburante, è sempre più avvicinabile.
Il passaggio all’elettrico sta diventando di anno in anno reale, tangibile, diffuso. Infatti, le immatricolazioni di vetture completamente elettriche continuano a crescere senza sosta. Consideriamo anche solo il primo semestre di quest’anno per fare una valutazione. Dal 01/01/2020 al 01/06/2020 le immatricolazioni sono aumentate del +100% rispetto allo stesso periodo del 2019!

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Incentivi auto: ecobonus 2019-2021

Il prezzo medio di un’auto elettrica, però, resta ancora piuttosto elevato. Per incentivare l’acquisto di auto eco-friendly, il Ministero dello Sviluppo Economico ha promosso l’ecobonus 2019-2021. Con questa misura possedere un’auto a ridotte emissioni è diventato decisamente più accessibile. Tuttavia, su 262 milioni stanziati nel 2020 per le auto risultano ancora disponibili circa 47 milioni. Le richieste di incentivi sono state, dunque, un po’ sovrastimate. Probabilmente i fondi rimanenti saranno dirottati sul 2021, che gode già di 270 milioni di stanziamento.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”8776″ img_size=”full” css_animation=”fadeInDown”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column css=”.vc_custom_1611676246392{padding-top: 20px !important;padding-bottom: 20px !important;}”][vc_separator color=”custom” border_width=”2″ accent_color=”#73090d”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]

Ecobonus: a chi spetta?

A chi acquista dal 01/03/2019 al 31/12/2021, anche in leasing, un’auto a ridotto impatto ambientale. L’ecobonus si ottiene sotto forma di sconto sul prezzo d’acquisto applicato dal venditore. Gli incentivi sono riservati ai veicoli nuovi di fabbrica immatricolati in Italia. Non solo: devono essere venduti a un prezzo di listino inferiore a 50.000 euro, Iva esclusa. E il contributo non è sempre lo stesso. Cambia se si rottama o meno un veicolo della stessa categoria omologato alle classi euro 1/2/3/4.
Finora sono andati a ruba i bonus riservati alle auto diesel e benzina.

Di conseguenza, l’ecobonus è ormai riservato alle vetture che emettono CO2 <60 g al chilometro. Ciò premia, di fatto, solo le auto ibride plug-in e le elettriche. Per l’effetto spinta provocato dall’ecobonus, queste auto ecologiche hanno raggiunto numeri mai visti prima. Consideriamo le ibride: ad agosto 2020 hanno registrato il +15% rispetto al +4,6% dell’agosto 2019. Le plug-in invece sono salite dallo 0,3% all’1,8% e le elettriche dallo 0,6% al 2,1%.

Si prospetta dunque un futuro più green. Ma quando sarà full electric?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_separator color=”custom” border_width=”2″ accent_color=”#73090d” css=”.vc_custom_1611676279333{padding-top: 20px !important;padding-bottom: 20px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”8784″ img_size=”full” css_animation=”fadeInDown”][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]

Batterie auto: lunga durata

La criticità principale dell’auto elettrica è rappresentata dalle batterie. La loro durata, infatti, è decisamente inferiore a quella del motore termico. Inoltre il loro prezzo elevato incide molto sul costo finale della vettura.

E dunque come potrà l’auto elettrica scavalcare non solo le vetture tradizionali, ma anche le ibride?
La tecnologia troverà presto una soluzione: il futuro, tra meno di dieci anni, sarà decisamente elettrico.

Le auto elettriche non saranno solo ecologiche, ma economiche e performanti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Sarà Tesla a produrre batterie che garantiranno un’autonomia pari a quella delle vetture con motore termico. Anche il prezzo non sarà più un problema. Infatti, verranno costruiti accumulatori con maggiore autonomia, in grado di costare meno. In questo modo si avrà una percorrenza media più alta, a un costo ridotto.

Anche CATL, colosso cinese produttore di batterie, ne realizzerà un prototipo a lunga durata. Queste batterie saranno capaci di percorrere la bellezza di 1,25 milioni di miglia. In più dureranno per 16 anni prima di decadere nelle prestazioni, raddoppiando il ciclo di vita.

Nio, brand cinese, è passato dai 42.150€ della ES6, batteria inclusa, a un listino di 33.570€. Come? Aggiungendo ogni mese il noleggio mensile delle batterie per complessivi 110 euro.

Volkswagen invece ha creato un robot hi-tech decisamente innovativo. Raggiunge il veicolo per ricaricare le batterie con un travaso di energia, attivato tramite applicazione. Semplice, veloce, comodo, non necessita di alcun intervento umano. Basta un clic.

Anche Byd ha presentato un’importante novità: le batterie a lama, “le più sicure al mondo”.
D’altro canto, il problema dell’esplosione delle batterie qualcuno doveva affrontarlo. Byd afferma di averlo risolto grazie al test della perforazione, che ha avuto buon esito.

Infine, Ferrari ha annunciato un modello elettrico previsto in produzione per il 2025.

Dunque, il mercato dell’auto sta cambiando davvero. Si modifica, si evolve, vive il fermento. Eccitato da continue rivoluzioni tecnologiche e dalla crescente consapevolezza ambientale, diventa progresso.

Prepariamoci a entrare nel futuro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

Ferrari Roma, la Dolce Vita è eleganza e potenza su ruote

[vc_row css=”.vc_custom_1603052614167{margin-top: 0px !important;margin-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″ css=”.vc_custom_1603027997919{border-top-width: 2px !important;border-bottom-width: 2px !important;border-left-width: 0px !important;padding-right: 0px !important;border-left-color: #73090d !important;border-left-style: solid !important;border-top-color: #73090d !important;border-top-style: solid !important;border-bottom-color: #73090d !important;border-bottom-style: solid !important;border-radius: 5px !important;}”][vc_column_text css=”.vc_custom_1603052758811{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”]Leggerezza, gusto per il lusso, piacere puro come stile di vita. La nuova Ferrari Roma reinterpreta in chiave contemporanea le atmosfere spensierate della città eterna anni ’60.
Questo raffinato coupé 2+ a motore centrale-anteriore offre eleganza senza tempo, guidabilità e prestazioni eccellenti.

Strizzando l’occhio alle più famose Granturismo anni ’60, la nuova Roma infatti presenta linee moderne ed essenziali. Design morbido e arrotondato, forme pulite e senza spigoli.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_images_carousel images=”8464,8465″ img_size=”full” onclick=”link_no” mode=”vertical” speed=”6000″ autoplay=”yes” hide_prev_next_buttons=”yes” wrap=”yes” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1603052837933{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1603052662994{margin-top: 0px !important;margin-bottom: 0px !important;}”][vc_column width=”1/2″][vc_images_carousel images=”8469,8470″ img_size=”full” onclick=”link_no” speed=”6000″ autoplay=”yes” hide_prev_next_buttons=”yes” wrap=”yes” css=”.vc_custom_1603029200300{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”][/vc_column][vc_column width=”1/2″ css=”.vc_custom_1603029745069{border-top-width: 2px !important;border-right-width: 0px !important;border-bottom-width: 2px !important;border-left-width: 0px !important;border-left-color: #73090d !important;border-left-style: solid !important;border-right-color: #73090d !important;border-right-style: solid !important;border-top-color: #73090d !important;border-top-style: solid !important;border-bottom-color: #73090d !important;border-bottom-style: solid !important;border-radius: 5px !important;}”][vc_column_text css=”.vc_custom_1603029095895{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”]Aerodinamicità e tecnologia all’avanguardia danno corpo all’ispirazione anni ’60.
Le proporzioni perfette e il linguaggio moderno di questo modello si notano subito. Frontalmente presenta un cofano a muso di squalo, calandra a griglia larga, proiettori lineari full LED. Le forme pure proseguono ininterrotte fino al posteriore della vettura. Qui terminano in un lunotto piccolo e avvolgente, doppia fanaleria a gemma e diffusore aerodinamico minimal. L’ala mobile posteriore integrata nel lunotto, da chiusa conserva l’eleganza delle linee. Aprendosi automaticamente a velocità elevate, garantisce il giusto livello di carico aerodinamico per questa coupé fuori dall’ordinario. Nello scarico, dotato di filtro antiparticolato e valvole bypass, sono stati eliminati i silenziatori. L’unità sovralimentata sfrutta il sistema Variable Boost Management per garantire una risposta ancor più pronta.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row css=”.vc_custom_1603030652807{margin-top: 20px !important;}”][vc_column width=”1/2″ css=”.vc_custom_1603029756267{border-top-width: 2px !important;border-right-width: 0px !important;border-bottom-width: 2px !important;border-left-width: 0px !important;border-left-color: #73090d !important;border-left-style: solid !important;border-right-color: #73090d !important;border-right-style: solid !important;border-top-color: #73090d !important;border-top-style: solid !important;border-bottom-color: #73090d !important;border-bottom-style: solid !important;border-radius: 5px !important;}”][vc_column_text css=”.vc_custom_1603029701086{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”]La nuova Ferrari Roma offre infatti prestazioni al vertice della categoria. Velocità massima superiore a 320 km/h, da zero a cento km/h in 3,4 secondi.
Il motore V8 turbo appartiene nientemeno alla famiglia vincitrice del premio Engine of the Year. Il nuovo cambio dual-clutch a 8 rapporti è associato al motore da 620 cv a 7.500 giri/min.

E il piacere di guida non è da meno. Anzi, è il massimo. Scocca e telaio sono realizzate con le più recenti metodologie di alleggerimento e tecnologie produttive. La percentuale di componenti nuovi ha toccato ben il 70%!
E non è tutto. Ha i numeri giusti: 2,37 kg/cv. Questa Ferrari è la vettura a motore anteriore-centrale 2+ con il miglior rapporto peso/potenza del segmento. Dunque è estremamente facile da guidare, dinamica e reattiva.

Sportività e lusso si vedono fuori, ma anche dentro. Nell’abitacolo spazioso le superfici e le funzionalità sono distribuite in maniera organica. La Ferrari Roma vede infatti evolversi negli interni il concetto di Dual Cockpit. Due cellule simmetriche, con display per driver e passeggero, sono divise da un touch screen centrale. Il volante con comandi touch consente l’accesso diretto alle principali funzioni dell’auto.
Il bilanciamento tra comandi fisici e virtuali è perfetto.

Il prezzo è tra i più contenuti della casa di Maranello: a partire da 198.866 euro.

La nuova Ferrari Roma, raffinata senza essere vistosa, omaggia un’epoca passata vestendosi di futuro.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_single_image image=”8474″ img_size=”full” alignment=”center” style=”vc_box_shadow_border” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1603030523567{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”][vc_single_image image=”8475″ img_size=”full” alignment=”center” style=”vc_box_shadow_border” css_animation=”fadeIn” css=”.vc_custom_1603030537219{padding-top: 5px !important;padding-right: 5px !important;padding-bottom: 5px !important;padding-left: 5px !important;}”][/vc_column][/vc_row]

Italia il paese dell’abbandono

Italia, il paese dove il governo ha messo sempre a più forti sacrifici di vita la sua popolazione e le sue aziende, in questi ultimi anni.

“Incomprensibile che in Italia non si faccia nulla per salvaguardare la competitività di un comparto come l’automotive, preferendo rischiare la deindustrializzazione e la chiusura di molte aziende della distribuzione”.

Anfia, Federauto e Unrae lanciano un grido d’allarme sull’assenza di provvedimenti a favore del mondo delle autovvetture all’interno del Decreto Rilancio, il fallito tentativo del governo di rilanciare l’economia del paese in seguito al blocco imposto per il coronavirus.

In un comunicato congiunto, le tre maggiori associazioni di rappresentanza del settore automobilistico esprimono “sorpresa, delusione e, soprattutto, grande preoccupazione” per la scelta del Governo di limitarsi al rifinanziamento del fondo per l’acquisto di autoveicoli a basse emissioni. “Si tratta – si sottolinea nella nota – di un intervento poco significativo per un’effettiva ripartenza del settore automotive nel nostro Paese. Il settore automotive italiano è certamente impegnato ad incoraggiare il processo di elettrificazione della mobilità e lo testimoniano gli ingenti investimenti effettuati. Purtroppo, le condizioni non sono più quelle di qualche tempo fa, sono profondamente mutate“.

Nel comunicato delle tre associazioni vengono forniti i numeri dell’impatto della crisi: nel primo trimestre la produzione dell’intera filiera italiana è scesa del 21,6%, le fabbriche hanno assemblato il 24% in meno di autoveicoli e il lockdown ha provocato quasi un azzeramento del mercato auto italiano (-85,4% a marzo e -97,5% ad aprile). In pratica, nel bimestre marzo-aprile le immatricolazioni di auto si sono dimezzate (-51%, ovvero 361.000 unità perse).

Ci vogliono aiuti CONCRETI. I concessionari, dopo l’apertura e peraltro con centinaia di migliaia di veicoli immobilizzati sui piazzali, si sono trovati in mezzo ad un fiumi di lacrime e sangue. Clienti fantasma? No, clienti a zero risorse finanziarie ed economiche per la ripartenza.

Casse integrazioni mai arrivate e moltissimi in stato precario di lavoro.

La macchina è un bene di lusso? La risposta è no, oggi l’autovettura risulta lo strumento di spostamento e lavoro per quasi l’80% della popolazione, questo dato di fatto non solo garantisce lo standard nella vita quotidiana delle persone ma è movimento della filiera produttiva  Italiana.

Di profonda incertezza, che condiziona il clima di fiducia di cittadini e imprese, e l’indebolimento dell’economia e del mercato del lavoro, con conseguente perdita di potere d’acquisto dei consumatori“. “L’acquisto di un autoveicolo – prosegue la nota congiunta – è un investimento importante che, in questa fase, necessita di un sostegno adeguato alla realtà che stiamo vivendo, e che il mercato di oggi possa recepire positivamente“, sottolineano e ribadendo, “in assenza di interventi mirati il 2020 si chiuderà con 500.000/600.000 immatricolazioni in meno rispetto al 2019, con un  mancato gettito Iva di circa 2,5 miliardi di euro“.

Inoltre, il rallentamento delle vendite, non sufficientemente contrastato dal meccanismo del bonus-malus, provocherà un mancato rinnovo del parco circolante delle autovetture, costituito a fine 2019 per il 32,5% da veicoli ante-Euro 4 e per il 57% da mezzi con oltre 10 anni di anzianità.

Riusciranno, produttori e venditori, a ripartire?: “Le difficoltà nello smaltimento dei veicoli in stock presso case automobilistiche e concessionari, con il mercato in stallo, impedirà alla filiera industriale di ripartire a ritmi sostenibili, un danno che per molte imprese, già fiaccate da due mesi di azzeramento del fatturato, si ripercuoterà sull’occupazione“. Dunque è “incomprensibile” l’assenza di misure a sostegno “di un comparto come l’automotive, che esporta oltre il 50% dei suoi prodotti” e “che in più occasioni ha dimostrato di fungere da traino per la ripresa produttiva di larga parte del sistema manifatturiero e quindi della nostra economia, e si preferisca andare incontro a un rischio di deindustrializzazione. Un settore che alcuni Paesi europei, con i quali, peraltro, la nostra filiera è profondamente interconnessa, stanno mettendo al centro dei loro Piani di supporto, così da rilanciare i consumi e la transizione verso un modello di mobilità più sostenibile“.

Sconto su Rc auto familiare su rinnovi e per auto-moto

La nuova Rc auto familiare porterà sconti notevoli e si applicherà sia a mezzi diversi, come auto e motorini, sia sui rinnovi dell’assicurazione. Sono le due novità introdotte con l’emendamento al decreto fiscale approvato dalla commissione Finanze della Camera.

Sconto Assicurazione AutoLe nuove norme ampliano di fatto la legge Bersani in materia di classi di merito e Rc auto, consentono a tutti i componenti del nucleo familiare di assicurare i mezzi di trasporto “anche di diversa tipologia” (quindi non più solo auto con auto ma anche auto con motorino o moto) con la classe di merito più favorevole, a patto però che non ci siano stati incidenti “con responsabilità esclusiva o principale o paritaria negli ultimi 5 anni”.